Cable Killer? Forse tra dieci anni
La televisione non è morta e il cord cutting è ancora molto lontano
La ricerca Activate Tech and Media Outlook 2016 presentata in occasione della conferenza del Wall Street Journal da Michael Wolf, CEO della compagnia Activate, ha messo in luce le abitudini di consumo dei media e delle nuove tecnologie da parte dei consumatori americani, smentendo quello che appare come un imminente decadimento dell’home video (modello tradizionale).
Nonostante l’ingresso sul mercato di nuovi operatori che intensificano le dinamiche competitive nella produzione e distribuzione di contenuti audiovisivi, lo studio dimostra che il 72% del tempo di visione dei consumatori è rivolto alla fruizione della televisione tradizionale. La cable tv ha una struttura solida ben radicata nelle case delle famiglie americane, Wolf afferma che ci vorranno ancora una decina di anni prima che i consumatori siano disposti a rinunciare ai servizi via cavo.
Negli Stati Uniti si parla di cord cutting per riferirsi al generale trend di cancellazione delle sottoscrizioni alla tv via cavo a beneficio dei servizi on demand (Netflix e Hulu). La ricerca dimostra però come la quota di revenue sui video in America sia altissima e nel 2015 ammonta ad un totale di 185 miliardi di dollari, di cui il 55% ($103B) proviene dagli abbonamenti pay tv, mentre il 35% dall’advertising televisivo.
Accanto a questi dati, una maggiore semplicità nell’esperienza di fruizione televisiva e l’esclusività di molti contenuti, dagli eventi sportivi ai reality shows, in grado di generare attenzione soprattutto nel momento stesso della loro messa in onda, indicano significativi margini di sopravvivenza per gli abbonamenti tv.
Quel che è certo è che i nuovi operatori come Netflix & Co., hanno modificato il comportamento del consumatore che organizza il proprio palinsesto in base a tempi e modalità personalizzate. Non a caso si parla di binge watching (o binge viewing) riferendosi alla pratica di guardare più episodi di una serie tv per volta, una vera e propria full immersion nei cataloghi a disposizione dell’utente. La ricerca dimostra come sempre più adulti americani si dedichino a “maratone” delle loro serie tv preferite, con un 83% per i Millenial (nativi digitali) e la cui fruizione televisiva ammonta a poco più di 20 ore settimanali diversamente dalle 30 ore della Generation X (1960-1980). Tuttavia i tre gruppi selezionati nello studio, Millenial, Generation X e Boomer (1940-1960), preferiscono fruire le serie televisive su schermi di alta qualità, privilegiando il mezzo televisivo al desktop o allo smartphone.
Sicuramente statistiche e trend di mercato non fanno altro che confermare un progressivo aumento dello streaming video e la forte attrazione per gli utenti nei confronti di questi cable killers, d’ altra parte però i broadcaster tradizionali, per far fronte all’emorragia, stanno cercando di rinnovarsi, con un’offerta crescente di contenuti on demand.
La ricerca condotta dalla compagnia Activate fornisce ad oggi prospettive positive per i media tradizionali e afferma “la morte della tv via cavo è sopravvalutata, ci vorranno almeno dieci anni per un sostanziale declino.”
Dovremmo quindi convenire con il venture capitalist Marc Andreessen, che in una intervista sul New Yorker lo scorso anno ha dichiarato: “tra dieci anni la TV sarà 100% in streaming.“? Staremo a vedere.