Yu Tubers – Dal tubo al piccolo schermo
Cinque youtubers invadono lo schermo tv e raccontano tutto il meglio, ma soprattuto il peggio del web.
Le rapide trasformazioni che investono gli scenari mediali hanno sollecitato la diffusione di nuove forme di testualità generate da utenti che smettono i panni di consumatori passivi, silenziosi, prevedibili e annoiati di contenuti mediali, per passare dalla parte della produzione e condivisione di contenuti su piattaforme di video-sharing e sui social network sites.
Parliamo di appassionati di tecnologie, aspiranti registi e sceneggiatori, vidoemakers indipendenti che associano alla libertà creativa formule sperimentali e innovative di narrazione, con l’obiettivo di emergere nell’affollato mercato mediale. Li conosciamo come youtubers, o in un’accezione più generica come le star del web, i loro video contano milioni di visualizzazioni e ampi volumi di traffico sui social. La notorietà di questi talenti circola sul web per forza propria, spinta dal favore e dall’interesse dei propri fan che innescano inevitabilmente fenomeni di condivisione virale.
I media producers ne sono attratti. Comprendono la necessità di rinnovare la propria offerta e intercettare un nuovo tipo di pubblico: un pubblico sempre più identificabile nei fruitori massivi di serie tv made in Usa e di contenuti web-nativi. L’arrivo di Netflix in Italia e il progressivo passaggio del sistema televisivo nell’ambiente digitale hanno reso necessario l’adattamento a linguaggi e forme differenti per esplorare temi e nuclei narrativi di nicchia in grado di coniugare il linguaggio mainstream (televisivo o cinematografico che sia) con le caratteristiche dell’utente del web (tempi di visione ridotti, fruizione in mobilità). “Riformattare” per la distribuzione sul piccolo schermo è un’operazione complessa che rischia d’incontrare il dissenso del pubblico della rete: la programmazione tradizionale mainstream è infatti vista come potenzialmnte limitante per il talento e la creatività grassroots. Diversi i tentativi, dalla seconda stagione della web serie Freaks! in onda su DeejayTv a Late Night with The Pills, programma che fonde la fiction e il talk show con un linguaggio tipico del web e dei social network.
Ma se “riformattare” non fosse poi necessario? Immaginate cinque youtubers di successo davanti a una telecamera, alle loro spalle un’ambientazione familiare: un letto con lenzuola colorate, un poster di South Park, vinili appesi alle pareti e un cartello stradale. Sto parlando di Yu Tubers, il format spagnolo in onda a partire dal 25 Gennaio ogni lunedì alle 22 su Comedy Central (canale 124 Sky) per 10 puntate da 30 minuti.
L’edizione italiana vede protagonisti Violetta Rocks nelle vesti di presentatrice, al suo fianco Daniele Doesn’t Matter, Brian Amato, Jaser e il food blogger Francisco. Sono proprio coloro che il web lo vivono e lo rappresentano a raccontarci “tutto il meglio, ma soprattutto il peggio” di ciò che accade in rete: dalle tendenze sui social network sites ai video virali, dai meme trash e gif animate ai gattini pianisti.
Si tratta di un format creato per la ditribuzione mainstream, ma con logiche narrative ed espressive proprie del web. Un vero e proprio esperimento di contaminazione con il mezzo televisivo che conserva però la trasparenza e l’originalità tipici dei processi creativi esplosi nell’ambiente digitale. Le forme di narratività create dai media digitali mutano infatti l’elemento discorsivo e le tecniche di presentazione della storia, attraverso nuove forme di partecipazione dell’audience, nuove connessioni fra autore, utente e plot e nuovi tipi di interfacce. Nonostante sia incluso nei palinsesti televisivi, Yu Tubers è un format in grado di dominare consapevolmente e fedelmente le caratteristiche peculiari dei contenuti audovisivi del web: l’ambientazione familiare che ricorda la camera di un nerd, o hipster, o gamer che sia, l’amatorialità del montaggio e l’autenticità dei talenti.
In Spagna il programma è diventato un cult, e questo adattamento dal web alla tv privo di alterazioni o incursioni testuali e narrative è stato premiato e apprezzato. Come ha spiegato Violetta, la conduttrice dell’edizione italiana: in questo format non sono gli youtubers ad essere ospitati in televisione, ma è la televisione stessa a farsi ospite del web.
L’attuale fase d’investimento di quote crescenti in risorse destinate alla produzione di contenuti realizzati per la rete e da coloro che la vivono, mostra una straordinaria occasione per un profondo cambio di paradigma relativo ai modelli produttivi e alle esigenze estetiche che coinvolgono la creatività bottom up. Questo non deve però implicare l’assorbimento dai media tradizionali, con il rischio ampiamente temuto di perdere identità e peculiarità specifiche, ma piuttosto, raggiungere un equilibrio soddisfacente che da una parte, permetta di sperimentare nuovi modelli narrativi sul piccolo schermo, dall’altra, premi anche tramite misure d’incentivazione, i soggetti più innovativi e con maggiore capacità creativa.