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Gli smartphone uccidono la tv tradizionale? Questione di metriche.

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Il dibattito sulle nuove abitudini di consumo e sulla morte del vecchio tubo catodico è sempre acceso. Nielsen fa chiarezza sulla questione, comparando una volta per tutte le metriche di valutazione.

Roma – Capire come i consumatori interagiscono con uno specifico medium – e misurarne il grado di coinvolgimento – comporta spesso il districarsi tra varie terminologie ed approcci, elaborando il più delle volte dati disaggregati e poco utili ad una valutazione precisa di un fenomeno complesso come la visione dei contenuti video attraverso la televisione e i media digitali.

Nielsen ha reso tutti consapevoli che spesso si usano termini diversi per comunicare la stessa cosa, e nel Report “The comparable metrics Report” ha voluto eliminare la confusione intorno alla questione, comparando metriche diverse con l’obiettivo di operare un confronto chiaro sulle pratiche di fruizione dei contenuti video.

Il risultato è il primo tentativo di misurazione completa delle abitudini di fruizione dei contenuti video attraverso la tv tradizionale, il web, gli smarpthone o altri dispositivi a schermo.

Lo studio è stato condotto rispondendo a 3 assunti fondamentali:

1) Quanti adulti hanno accesso alle diverse piattaforme o contenuti nell’arco di una settimana
2) Quanto spesso accedono ai contenuti nell’arco di una settimana
3) Quanto tempo spendono nella visione di uno specifico contenuto.

I dati alla base del rapporto mostrano che nel mese di Maggio 2015 nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni l’utilizzo di smartphone, tablet e dispositivi connessi all’apparecchio televisivo come le console da gioco è aumentato di oltre il 25% rispetto alla rilevazione condotta nello stesso periodo dell’anno precedente, con circa 8,5 milioni di persone al minuto.
L’utilizzo di questi dispositivi erode il tempo di visione della tv tradizionale, che vede le percentuali di fruizione scendere del 10% rispetto allo scorso anno.

Una parte del tempo trascorso sulle superfici a schermo diverse da quella televisiva è impiegato nella visione di contenuti tv, spesso fruiti quindi in modalità non lineare. L’unico soggetto ad uscire sconfitto dal mutamento delle abitudini di consumo è la pubblicità televisiva, che sta comunque correndo ai ripari.

Il report Nielsen, che ha equiparato la fruizione mediale attraverso le piattaforme tradizionali con quella operata attraverso i servizi streaming come Netflix o Youtube, ha chiarito una volta per tutte che a mutare sono solo le abitudini di fruizione, ed è opportuno operare una distinzione tra schermo e contenuti.
I contenuti televisivi sono vivi e vegeti, a mutare è solo la piattaforma attraverso la quale vengono fruiti.

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